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Pian di Spille (VT): la casa invernale dei Calandri maggiori (Anthus richardi)nel Lazio- “Pian di Spille”:the best wintering ground for Richard’s Pipit in Latium

Veduta di Pian di Spille (dic 2010)

 View of Pian di Spille area (december 2010)

During the season 2010-2011 we found almost 6 wintering individuals of Richard’s Pipit at Pian di Spille (Viterbo Province).

Anche quest’anno se si vuole osservare Calandri maggiori svernanti in centro Italia (e non solo…) bisogna andare almeno una volta nella vita a Pian di Spille. Oggi (martedi 28  Dicembre 2010) erano almeno 5 in compagnia di Calandre, Allodole e Pispole. Specie gregaria con una spiccata fedeltà al sito di svernamento il Calandro maggiore ha svernato per la prima volta nell’inverno 1992-93. L’area in oggetto è “indirettamente” protetta dalla presenza di un poligono di tiro che risulta attivo dal lunedi al venerdi. Le manovre militari sono sospese nei fine settimana e durante le festività. Gli individui presenti frequentano fasce caratterizzate da copertura erbacea elevata con presenza sparsa di zone temporaneamente sommerse dalle acque meteoriche a Juncus bufonius, Asteriscus aquaticus e Paspalum paspaloides. In annate favorevoli (copiose precipitazioni autunnali e siccità tardo invernale) si sono registrati anche > 20 ind. contemporanei.

Calandro maggiore areale di svernamento

Wintering range and distribution of Richard’s Pipit in Italy

Così scrive Riccardo Molajoli pochi gg. dopo ad inizio Gennaio 2011

….Un inizio 2011 alla grande con subito una nuova specie per me.
Questa mattina con tre toscanacci, Ernesto Occhiato, Massimo Fedi e Andrea Vezzani, siamo stati a Pian di Spille a cercare i Calandri maggiori segnalati da Massimo Biondi.
Poco dopo il nostro arrivo 3 individui, raggiunto poi da un quarto si sono involati davanti a noi con il loro tipico verso, simile al passero.
Poco dopo siamo riusciti ad inquadrarne uno con il cannocchiale.
devo dire che sia il volo che il modo di muoversi a terra è inconfondibile.
In volo si notano molto bene le dimensioni corpulente, testa allungata, coda lunga ed un bel petto. Corti voli battuti intervallati da scivolate o fasi di stallo. Hovering pronunciato prima di scendere a terra o quando cerca di capire chi lo ha disturbato. Spesso tiene la testa rialzata rispetto alla linea del corpo guardandosi intorno.
A terra, si muove velocemente, rapidissimi e corti spostamenti, poi soste in posizione eretta come in tutte le illustrazioni delle guide.
Si nota chiaramente la stria submalare scura, le sottili ma dense striature sull’alto petto. Il dorso striato e le parti inferiori quasi candide.
bello…bello..bello
ciao a tutti                                                           (Riccardo Molajoli su GroB!)
Riceviamo un commento dell’amico Stefano De Vita su Pian di Spille  che volentieri pubblichiamo:
 “Sfogliando il bellissimo sito  web creato dagli Amici Massimo e Loris ho visto l’interessante articoletto sul Calandro maggiore e mi sento  con un certo orgoglio “lo scopritore” di questo motacillide svernante, in quanto segnalai per primo l’evento proprio a Massimo tanti anni fa e aggiungo, che forse questo interessante uccello ha sempre svernato qui perché  delle volte è la fortuna che ci fa vedere uccelli che altre volte ci sono sfuggiti dallo sguardo. Frequento questa zona  unica nel suo genere, da tantissimi anni. Troviamo la presenza di uccelli abbastanza particolari che prediligono habitat ben precisi, di cui alcuni sono degli importanti indicatori biologici, come la Calandra.  E’ dal 1985 che effettuo una serie di rilevamenti sistematici tutto l’anno degli  Alaudidae – Calandra Melanocorypha calandra, Calandrella Calandrella brachydactyla, Cappellaccia Galerida cristata, Tottavilla Lullula arborea, Allodola Alauda arvensis e dei Motacillidae – Calandro maggiore Anthus richardi, Calandro Anthus campestris, Prispolone Antuhs trivialis, Pispola Anthus pratensis, Pispola golarossa Anthus cervinus, Spioncello Anthus spinoletta, Cutrettola Motacilla flava, Ballerina gialla Motacilla cinerea, Ballerina bianca Motacilla alba, individuando in ognuno di questi una specifica fenologia in relazione al luogo ed ho potuto constatare come le popolazioni di queste si siano mantenute più o meno stabili nel corso degli anni nonostante l‘impatto antropico, compreso la caccia.  L’aspetto vegetazionale è caratterizzato da un ambiente xerico-steppico con dei residui di dune e Ammophila arenaria, a ridosso della spiaggia troviamo una delle più alte concentrazioni di Lavanda di mare Limonium vulgare e il protetto Giglio di mare Pancratium maritimum, residui della macchia mediterranea (Cistus, Phillirea, Juniperus, Erica, Myrtus), residui di piscine retrodunali e vegetazione palustre ( Phragmites, Juncus,  Carex, Thipha,  Tamarix, etc.) troviamo inoltre delle zone con alte concentrazioni di Matricaria chamomilla, Inula viscosa e Carduus, altre dedicate al pascolo dove predominano Trifolium e graminacee. Agli estremi del poligono troviamo due canali che sfociano in mare con acqua tutto l’anno, e secondo le condizioni climatiche più o meno piovose la piana è caratterizzata da innumerevoli chiari e piscine.  Fino ad alcuni anni fa la zona era sottoposta ad attività antropiche distribuite nell’arco dell’anno: poligono militare aperto tutto l’anno dove l’area centrale era sottoposta a tiri di armi leggere e medio pesanti, inoltre viene attraversata da mezzi cingolati quasi sempre sugli stessi percorsi, le aree laterali non sono interessate dal fenomeno ma solo disturbo indiretto dalle esercitazioni militari; nel periodo autunnale l’area era sottoposta alla raccolta di funghi prataioli che qui crescono abbondantemente; nella zona si esercitava la  caccia nel mese di ottobre durante il passo delle allodole e durante gli altri mesi l’attività venatoria era praticata da pochi specialisti, con il cane a beccaccini o alle anatre in appostamenti temporanei; la spiaggia era frequentata da pescatori dilettanti lungo alcuni tratti del litorale; nel periodo estivo c’era un discreto turismo  domenicale, concentrato in tre o quattro punti della spiaggia litoranea; era inoltre praticato il pascolo di ovini di tipo estensivo e limitato ad una o due zone marginali.  Sembrerebbe che in questa zona non ci sia stata mai tranquillità per gli uccelli dato le numerose attività dell’uomo, ma è da tenere presente che tutte queste attività  erano concentrate solo nelle festività e comunque da poche persone. Di fatto la piana era praticamente deserta, in definitiva l’unico vero disturbo di una certa frequenza e intensità, era dato dalla presenza dei militari in esercitazione relegate solo nella parte centrale.  Fù interdetta la caccia definitivamente dal 1992 di fatto l’unico divieto effettivo. Purtroppo lasciarono aperti gli accessi all’interno dell’area militare,  sotto i miei occhi e purtroppo impotenti, sono state coperte letteralmente le uniche zone umide naturali permanenti di acqua dolce, coperte  a forza di ruspa per dare spazio a terreno a pascolo, si è intensificato il pascolo degli ovini, sono stati praticamente distrutti gli ultimi lembi di macchia mediterranea, distrutto tutto quello che si poteva fino quasi sulla spiaggia per una agricoltura cieca e ignorante, per non parlare della pulitura e rasatura a zero dei canali con totale taglio e sradicamento delle siepi e essenze arboree. La spiaggia nel periodo estivo era diventato uno sconsiderato campeggio abusivo di gitanti  che sostano tutto l’estate e quando finite le vacanze restano i ricordi di un estate  passato in mezzo alla natura, a questo si sommava un turismo di massa domenicale incontrollato e selvaggio, dove tutti con la propria auto volevano stare sulla spiaggia, alla fine che resta: centinaia di bottiglie, water, gomme di auto, utensili da cucina, televisori, tende da campeggio rotte e tutto di più.   Dal 2002/2003 è arrivato uno spiraglio di luce, anche a seguito di esposti, infatti in tutta l’area militare  gli accessi  alle auto sono stati chiusi definitivamente e quindi  limitato fortemente l’impatto antropico. Comunque è doveroso sottolineare che  l’unico divieto effettivo e rispettato scrupolosamente, è stato ed è tuttora il divieto di caccia.  In ogni caso il vincolo militare ha permesso di preservare l’area da manomissioni e speculazioni di ogni genere, mantenendo l’ambiente ancora naturale e veramente unico lungo le nostre coste”.                              (Stefano De Vita)
Calandro maggiore fotografato in Oman in autunno (D.Occhiato)

Richard’s Pipit in Oman during autumn (Daniele Occhiato)

Ascoltiamo alcuni brevi versi del Calandro maggiore:

Richards Pipit  verso… LISTEN THE CALL…

AnthusRichardi_flight_291108  breve verso in volo… LISTEN THE FLIGHT CALL

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